sabato 6 gennaio 2018

Piovono “Struffoli”


Ciao ragazzi . ❤ Innanzitutto Buon Natale, Buon anno e anche buona befana. Come state ?

Perdonate l’assenza, ma tra festività, lavoro ed esami universitari sono stata totalmente rapita. Però ritorno per un giusto motivo: accogliere la “sfida”che mi ha mandato nello scorso post la mia amica D. e raccontarvi un pezzo della mia vita.

Fino ad ora, di me sapete solo che amo l’arte, la criminologia e sono follemente innamorata di Parigi e di tutto ciò che riguarda la Francia. Insomma sapete ben poco.

A questo vi aggiungo una parte fondamentale di ognuno di noi: le proprie origini. È intorno a queste che ruota tutto. Ebbene sì, abito in provincia di Bergamo ma, nonostante questa strepitosa città mi accolga da ormai 15 anni, la città che mi ha cullata fin da neonata è Napoli.

La mia famiglia, nonni, zii, cugini abitano a Pompei, l’antica città sepolta nel 79 d.C dall’eruzione del Vesuvio. È proprio qui che ho trascorso le più belle festività della mia vita, tra i sapori e i profumi partenopei che nel corso degli anni non sono stata in grado di sostituire. Sono sempre stata molto legata alla mia terra d’origine, una terra piena di difetti, ma sicuramente con più pregi. Uno tra i tanti è il forte attaccamento alla tradizione. In nessuna città in cui sono stata ho notato la sua bellezza come a Napoli (dite che sono di parte ?). Il periodo più bello? Beh, sicuramente quello natalizio. I preparativi iniziano minimo un mese prima, i piatti vanno preparati con cura e le giornate sono da organizzare nel migliore dei modi, sia mai che qualcosa vada storto. Bisogna arrivare sempre primi per accaparrarsi il pesce fresco, punto di forza della tavola napoletana, e gli spaghetti con le vongole non possono mai mancare. Come in ogni tradizione però in ogni paese e su ogni tavola, prima o poi, si arriva al dolce. Su qualsiasi tavola napoletana, nel periodo di Natale c’è un dolce che non può mai mancare: gli struffoli. Sembra una brutta parola, in realtà è un’esplosione di colori e soprattutto sapori. Cosa sono? Procediamo.

La storia ci narra che probabilmente gli struffoli siano approdati a Napoli grazie ai Greci, quando ancora la città era conosciuta come Partenope. Ed è proprio dal greco “strongoulos” che deriva il termine “struffolo”, che significa “arrotondato”, “dalla forma tondeggiante”. Infatti gli struffoli non sono altro che palline di medio-piccole dimensioni. Premetto che la preparazione è un po’ lunga, quindi anche voi temerari armatevi di buona pazienza e di tanto amore. Si sa che i dolci senza amore non riescono.


Iniziamo dagli ingredienti:
4 uova intere
50 g di burro (morbido)
60 g di vino bianco (in alternativa vermut, che trovate nei supermercati sotto il nome di “aperitivo di Torino”)
50 g di zucchero
1 pizzico di sale
500 g di farina
1/2 arancia
1/2 limone
Olio per friggere
500 g di miele Millefiori
2 vasetti piccoli di frutta candita
1 vasetto piccolo di ciliegine rosse (servono solo per abbellire, ma potete anche mangiarle ovviamente 😂)
1 vasetto di confettini colorati

Procedimento:
Disponete su un tagliere in legno (di quelli formato XXL) la farina setacciata a fontana, al centro aggiungete il burro morbido, le uova sbattute, il sale, il vino o il vermut (basta mezza tazzina), mezz’arancia e mezzo limone grattugiato (dunque dovete mettere solo la buccia, non il succo). Iniziate ad impastare (con le mani calde, dunque se come me abitate al nord e soffrite di mani gelide o se abitate ovunque e soffrite di mani gelide, vi consiglio di metterle per due minuti sotto l’acqua bollente) facendo aderire insieme tutti gli ingredienti.

Quando l’impasto è liscio ed omogeneo formate una palla e avvolgetela con della pellicola da cucina, ponetela in frigo e lasciate riposare per un’ora.

[Waiting for...
Preparazione psicologica..
Via..]

Trascorsa l’ora prendete il vostro panetto e appoggiatelo nuovamente sul tagliere pulito o dove avete precedentemente lavorato, assicuratevi che la base sia pulita. Cospargete di farina e iniziate a tagliare l’impasto, formate dei filoncini che andrete ad allungare con la mani, da qui tagliate tanti piccoli gnocchetti. Con le mani formate delle palline. E qui apro una parentesi, mi raccomando non fate delle palle da baseball, ma nemmeno dei piccoli pisellini findus, cercate di trovare un vostro equilibrio e soprattutto di realizzare palline più o meno uguali.

Intanto mettete dell’olio in una pentola, ce ne vuole abbastanza da far sì che le palline siano del tutto sommerse, e friggete. Purtroppo non c’è un modo per accorgersi se l’impasto sia cotto, l’unico “campanellino” è che se il vostro olio è bollente, appena le palline assumono un aspetto dorato potete toglierle. Il colore ideale è sul beige, dunque non devono nè essere pallide come me (per chi non mi conosce, tipo Biancaneve) nè marroni come le castagne (per l’appunto).

Una volta cotte tutte le palline, immergete il vasetto di miele in acqua bollente e lasciate scogliere, quando è pronto versatelo sulle palline e aggiungete la frutta candita. Mescolate il tutto, ponendo attenzione al fatto che tutte le palline devono essere “mielate” 😂, tutte ricoperte di miele. Rendete il tutto omogeneo. Quando avete terminato, prendete i confettini colorati e fateli cadere come neve insieme alle ciliegine rosse, mescolate nuovamente.

Per l’abbellimento la vera ricetta prevede anche altre decorazioni, ma personalmente da quando abito a Bergamo non sono mai stata in grado di trovarle, neanche nei grandi centri di pasticceria, e quindi ci si accontenta.

Voilà, gli struffoli sono pronti. Potete conservarli per un massimo di 3/4 giorni, oltre non è che siano da buttare però il sapore cambia e tendono anche ad indurirsi.

Aspetto i/le coraggiosi/e che si metteranno all’opera, mandatemi i vostri capolavori. Io intanto vi mostro il mio.



Mi ha fatto piacere condividere con voi una parte di me e della mia bellissima città, prossimo step
—> portare le mie amiche, D., S., ed A. a Napoli. Sono sicura che poi non vorranno più tornare.
Baci dolcezze.
A presto.

N.🍭